Coronavirus: cosa sta succedendo nel mondo

Coronavirus: cosa sta succedendo nel mondo

  • La pandemia di covid-19 ha ucciso almeno 2,1 milioni di persone in tutto il mondo e più di cento milioni di casi di infezione sono stati ufficialmente diagnosticati, alla data del 27 gennaio 2021, quando è stato raggiunto un picco di 18.100 morti registrate in ventiquattro ore al livello globale. Dal 20 al 26 gennaio, il mondo ha registrato 101.366 morti, la settimana più con più decessi dall’inizio della pandemia. Circa 79,2 milioni di dosi dei vaccini contro il covid-19 sono state somministrate in almeno 69 paesi o territori alla data del 27 gennaio. La vaccinazione rimane, per il momento, un privilegio dei paesi “ad alto reddito” che concentrano il 62 per cento delle dosi somministrate nel mondo mentre rappresentano solo il 16 per cento della popolazione mondiale.
  • Nel tentativo di contrastare la diffusione di varianti più contagiose del virus la Norvegia ha annunciato la chiusura, dal 29 gennaio, dei suoi confini a quasi tutti i non residenti, mentre la Finlandia ha vietato i viaggi “non essenziali” dall’area Shengen nel suo territorio dal 27 gennaio e per un mese.
  • La Slovacchia ha rafforzato il suo regime di confinamento chiedendo risultati negativi ai test per poter uscire di casa. Con l’eccezione di chi ha meno di 15 anni e di chi ha più di 65 anni, tutti devono avere la conferma di un esito negativo di test molecolare o antigenico per potersi recare al lavoro, dal medico o a fare la spesa.
  • Secondo i dati diffusi il 27 gennaio dall’Istituto nazionale di statistica (Inegi), in Messico la mortalità per coronavirus tra il marzo e l’agosto 2020 sarebbe stata superiore del 68 per cento rispetto a quella riportata dal ministero della salute negli stessi mesi, 108.658 decessi dichiarati dall’Inegi contro i 64.414 decessi annunciati dal governo. “Molte persone non muoiono negli ospedali, ma nelle loro case. Ciò potrebbe in parte spiegare questa differenza “, ha detto in un’intervista radiofonica Edgar Vielma, esperto di statistica dell’Inegi. Secondo l’ultimo rapporto del ministero della salute pubblicato il 26 gennaio, il Messico, con una popolazione di 126 milioni di abitanti, ha registrato 152.016 morti, che salgono a 171.378 se si comprendono i casi sospetti.
  • Una persona è morta e più di 220 sono rimaste ferite la sera del 27 gennaio a Tripoli, nel nord del Libano, in scontri che si sono verificati per il terzo giorno consecutivo, tra polizia e manifestanti scesi in piazza per protestare contro le misure di confinamento che stanno amplificando la grave crisi economica in cui versa il paese, che ha registrato finora 289.660 contagi e 2.553 decessi.
  • Il Vietnam, che finora è riuscito a tenere sotto controllo la diffusione del virus, potrebbe dover affrontare 30mila nuovi casi dopo che il 27 gennaio ne sono stati segnalati 83 di trasmissione locale, ha avvertito la tv di stato citando il capo della task force Vu Duc Dam. Dall’inizio della pandemia il paese ha registrato poco meno di 1.600 casi e 35 decessi correlati, grazie a un uso tempestivo ed efficace della ricerca dei contatti, ai divieti d’ingresso dall’estero e a una rigorosa politica di quarantena. Le nuove infezioni si sono presentate nelle province settentrionali di Hai Duong, dove un operaio è risultato positivo e 2.340 operai sono stati messi in quarantena e sottoposti a test, e Quang Ninh, dove è risultato positivo un lavoratore dell’aeroporto. Uno dei casi sarebbe collegato alla variante più infettiva “britannica”. Nella provincia di Quang Ninh sono state introdotte misure di allontanamento fisico, e sono state chiuse per almeno tre giorni tutte le scuole e le istituzioni educative, compresi gli asili e le università. Il governo sta valutando se bloccare tutti i voli internazionali e vietare i grandi assembramenti previsti per le festività del capodanno lunare, che cominceranno tra due settimane.
  • Secondo un sondaggio dell’università di Hong Kong effettuato a gennaio su mille persone del territorio, meno del 30 per cento degli intervistati ritiene affidabile il vaccino della cinese Sinovac e preferisce quelli prodotti in Europa e negli Stati Uniti, e solo il 46 per cento ha dichiarato di volersi vaccinare contro il covid-19.

  • Il 27 gennaio le autorità sanitarie del territorio hanno revocato un confinamento imposto su un gruppo di edifici dopo 11 ore, all’interno di una una nuova campagna di restrizioni mirate ai quartieri con focolai di coronavirus. Il lockdown nel quartiere operaio e densamente popolato di Yau Ma Tei è il secondo imposto dal governo durante la pandemia. Il primo era entrato in vigore il 23 gennaio nel quartiere di Jordan perché si temeva che il virus si stesse diffondendo rapidamente in appartamenti popolari sovraffollati e abitati da lavoratori stagionali. È stato revocato circa 48 ore dopo, dopo che i funzionari hanno trovato 13 nuove infezioni tra i circa settemila residenti testati. I funzionari hanno dichiarato di aver scoperto un’infezione su circa 300 residenti testati durante il confinamento a Yau Ma Tei.
  • Il direttore dell’ufficio europeo dell’Organizzazione mondiale della sanità, Hans Kluge, ha detto il 28 gennaio che i tassi di trasmissione del covid-19 in Europa sono ancora troppo alti, mettono a dura prova i servizi sanitari, e dunque è “troppo presto per allentare le restrizioni. Dobbiamo essere pazienti, ci vorrà tempo per vaccinare”. Il rappresentante dell’Oms ha riconosciuto che c’è una carenza di vaccini, ma si è detto convinto che i produttori stiano lavorando per colmare le mancanze delle forniture, e ha invitato i paesi a non mettersi in competizione nell’approvvigionamento dei vaccini. Kluge ha ricordato che 35 paesi europei hanno cominciato le vaccinazioni e hanno somministrato finora 25 milioni di dosi. Ha poi sottolineato che ci troviamo di fronte a una situazione di forte pressione psicologica: “Le comunità sentono che la fine è in vista ma, allo stesso tempo, devono affrontare le misure restrittive necessarie per arginare le varianti del virus e questo sta causando tensione, angoscia, stanchezza e confusione”. Sono 33 i paesi europei che hanno segnalato casi della variante inizialmente identificata nel Regno Unito e 16 quelli che hanno segnalato quella identificata per la prima volta in Sudafrica. I confinamenti, tuttavia, stanno funzionando: 30 paesi in tutta la regione hanno registrato “una significativa diminuzione dell’incidenza cumulativa di 14 giorni”.
  • Negli Stati Uniti un sondaggio della fondazione Henry J. Kaiser Family ha rilevato che il numero di americani che vogliono essere vaccinati il prima possibile è salito al 47 per cento, dal 34 per cento di dicembre.

  • I Centri per il controllo e la prevenzione della malattia (Cdc) prevedono che i decessi probabilmente diminuiranno nelle prossime quattro settimane, ma raggiungeranno comunque i 514mila entro il 20 febbraio. Le varianti più contagiose restano un’incognita e gli esperti temono che possano causare danni significativi prima che gran parte del paese sia vaccinata.
  • In Spagna, le autorità sanitarie di Madrid sospenderanno il programma di vaccinazione per due settimane a causa di una carenza di dosi, in modo da poter garantire i richiami a chi ha già ricevuto la prima dose.
  • L’Organizzazione mondiale della sanità ha esortato la Tanzania a fidarsi della scienza, dopo che il suo presidente John Magufuli ha affermato che i vaccini contro il covid-19 sono pericolosi e non sono necessari “se le persone si fidano di Dio e usano rimedi alternativi come l’inalazione di vapore”. In precedenza, Magufuli aveva anche deriso i kit di test importati. La Tanzania non ha pubblicato dati al livello nazionale dall’8 maggio 2020, quando aveva 509 casi e 21 morti.
  • Le autorità sanitarie sudcoreane stanno conducendo test obbligatori su decine di scuole cristiane dopo che il 27 gennaio sono stati segnalati 559 nuovi casi, di cui cento collegati a una delle sei scuole gestite dalla International mission nella città meridionale di Gwangju. I casi collegati alla missione sono stati più di 300 nel mese di gennaio. Il gruppo ha sede nella città centrale di Daejeon e gestisce scuole in tutto il paese. La missione internazionale si è scusata il 25 gennaio, dicendo di aver pensato a un’infezione di influenza e non di coronavirus. Nei gruppi religiosi in Corea del Sud sono stati individuati diversi focolai di coronavirus, tra cui uno legato alla chiesa di Gesù Shincheonji, nella città sudorientale di Daegu. Anche una manifestazione antigovernativa guidata da una chiesa cristiana a Seoul la scorsa estate aveva contribuito a un forte aumento dei casi, costringendo il governo ad attuare restrizioni di allontanamento fisico più rigorose.
  • Il 27 gennaio il Nepal ha cominciato la prima fase di una campagna di vaccinazione nazionale che riguarderà inizialmente gli operatori sanitari e altro personale che si trova a stretto contatto con il pubblico, compresi gli addetti alle pulizie, le guardie di sicurezza e gli autisti di ambulanze e carri funebri. Il Nepal è uno dei paesi asiatici ad aver ricevuto le dosi donate dall’India del Covishield, un vaccino sviluppato da AstraZeneca e dall’università di Oxford e prodotto dal Serum institute in India. Il Nepal ha ricevuto un milione di dosi del Covishield e il governo non ha ancora chiarito il piano per vaccinare il 72 per cento dei 30 milioni di abitanti del paese.

  • Anche lo Sri Lanka ha ricevuto dall’India le prime 500mila dosi del vaccino Covishield. Il governo di Colombo ha dichiarato che 150mila operatori sanitari e 115mila tra militari e agenti di polizia saranno i primi a essere vaccinati in sei ospedali a Colombo e nei suoi sobborghi.

  • La Birmania, rifornita anch’essa dall’istituto indiano Serum, ha cominciato il 27 gennaio la campagna vaccinale partendo da operatori sanitari e assistenti sociali. Il paese, che ha 54 milioni di abitanti, ha finora ricevuto 1,5 milioni di dosi. Il 5 febbraio dovrebbe cominciare la vaccinazione per gli impiegati del settore pubblico. Il paese ha registrato 3.162 nuovi contagi tra il 19 e il 26 gennaio, raggiungendo un totale di 12.505 casi attivi.
  • Nella Repubblica Ceca la campagna di vaccinazione contro il coronavirus è entrata nel caos dopo che il 27 gennaio il ministero della sanità ha chiesto di sospendere le vaccinazioni per due settimane in modo da dare priorità alla somministrazione delle seconde dosi. Il premier Andrej Babis e il ministro della salute hanno attaccato la portavoce del ministero, dicendo che del problema devono occuparsi i singoli singoli centri di vaccinazione provinciali. Nel paese, di 10,7 milioni di abitanti, sono state somministrate più di 222mila dosi e oltre 17mila persone hanno già ricevuto una seconda dose. La Repubblica Ceca ha registrato 956.155 casi di covid-19 dal marzo 2020. È uno dei paesi più colpiti al livello globale, con un alto tasso di infezioni durante la seconda ondata e 15.453 morti.
  • In India il ministro della salute Harsh Vardhan ha dichiarato il 28 gennaio che i contagi sono in diminuzione: 146 dei 718 distretti del paese non hanno avuto nuovi casi per una settimana e 18 distretti per due settimane. L’India, che ha 1,35 miliardi di abitanti, ha finora segnalato 10,7 milioni di infezioni e 153.847 morti, uno dei tassi di mortalità più bassi al mondo per la malattia, attribuito in parte alla sua popolazione giovane. Nel paese sono state vaccinate 2,4 milioni di persone.
  • La compagnia aerea EasyJet prevede di operare non più del 10 per cento dei suoi voli tra gennaio e marzo a causa delle restrizioni ai viaggi imposte per contrastare la pandemia. L’azienda ha affermato che i suoi ricavi sono crollati dell’88 per cento alla fine 2020, con un fatturato che è sceso a 165 milioni di euro. Il vettore, con sede a Luton, ha anche confermato che nel Regno Unito sono stati tagliati 1.400 posti di lavoro nell’ambito di una riduzione del 30 per cento della sua forza lavoro.

Lascia un commento

        REGISTRATI PER AVERE
       TUTTE LE INFORMAZIONI
        IN TEMPO REALE.
 
        ITESNEW LA VOCE

         FUORI DAL CORO