L’Italia divisa tra zona arancione e rossa, i colori delle regioni da oggi e le regole
L’Italia divisa tra zona arancione e rossa, i colori delle regioni da oggi
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Secondo i dati forniti da ITES NEWS, l’Italia è divisa, praticamente a metà, tra zone rosse e zone arancioni.
Andiamo a vedere come è suddivisa:
La zona gialla è stata eliminata – al momento – fino a fine mese, con il decreto Covid di aprile che però inserisce la possibilità di cambiare le regole con una delibera del Consiglio dei ministri.
Alcune Regioni cambiano di fascia e passano dal rosso all’arancione: è il caso di Veneto, Marche e Provincia di Trento, come indicato dall’ordinanza firmata dal ministro Speranza venerdì scorso.
Oggi, passati i tre giorni di zona rossa nazionale per la stretta di Pasqua, si torna allo schema a due colori, con nove Regioni in zona rossa e undici (dieci più due Province autonome) in zona arancione.
A restare nella fascia di colore più scuro, che comporta le misure più restrittive, sono Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia, Piemonte, Puglia, Toscana e Valle d’Aosta.
In zona arancione, dopo tre giorni di zona rossa nazionale, tornano Abruzzo, Basilicata, Lazio, Liguria, Molise, Sardegna, Sicilia, Umbria e Provincia di Bolzano, a cui si aggiungono anche Marche, Veneto e Provincia di Trento, che passano in zona arancione grazie all’ordinanza del ministro della Salute.
Cosa si può fare in zona arancione e zona rossa:
La zona rossa è la fascia di colore con le misure più restrittive, la zona arancione, invece, prevede qualche riapertura in più.
Le regole in zona rossa vietano ogni tipo di spostamento, se non per comprovate esigente di lavoro, salute o necessità.
È perciò sempre necessaria l’autocertificazione.
I bar e ristoranti sono chiusi e lavorano solo con servizio d’asporto e consegna a domicilio.
Serrande abbassate anche per i negozi, salvo quelli che vendono beni essenziali.
Da domani arriva una novità: riaprono le scuole fino alla prima media in zona rossa.
Le regole della zona arancione, invece, prevedono che non si possa uscire dal proprio comune, anche in questo caso se non per valide ragioni.
I negozi sono aperti, ma bar e ristoranti sono chiusi e lavorano solo con asporto e consegne a domicilio.
Scuole aperte, tutte. Anche se con l’alternanza tra didattica a distanza e presenza in alcuni casi.